IL POSTO DEL MIO CUORE

IL POSTO DEL MIO CUORE

(una ragione in più, della scelta di trasferirmi dal mare alla montagna)

Non è proprio montagna, ma un posto comunque elevato, quello che mi ha rubato il cuore, ormai anni fa, poco più che adolescente.

Lo avevo visto la prima volta da piccola, 9 anni forse, insieme a mio fratello.

Era agosto, e non riuscivi a vedere un palmo dal tuo naso, tanta era la nebbia.

E per me, che di nebbia ne avevo intravista solo in una gita a Milano…fu un punto a suo favore.

Era misterioso, magico, con un’aria frizzante. Avvertivo un qualcosa di spirituale, e seppur piccola, ne ero inebriata. Allora non sapevo niente della storia che lo impregnava, della misticità che lo collegava al Cristo dell’Amiata, Davide Lazzaretti, (Arcidosso, 6 novembre 1834 – Bagnore, 18 agosto 1878), personaggio controverso e affascinante che lì, fondò una comunità , dove donne e uomini vivevano in simbiosi con il lavoro e la religione, praticamente una pari all’altro, come mai era successo fino a quei tempi e oltre…

Il posto era il M. Labbro, brulla pietra grigia, di remoto fondo oceanico, prati secchi in ogni stagione, dal giallo al bruno e non altro.

Posto adatto ai ciuchi o alle capre, impervio e inospitale al primo sguardo, ma poi accogliente e caldo per lo spirito, tanto forte quanto ventoso e freddo, anche in piena estate…

Le albe e i tramonti di questo luogo, ti possono spingere alle lacrime, come un antico mantra, che ti scioglie la mente. Elementi puri e nitidi, dalle nette linee, inducono alla catarsi interiore, anche se di purificazione e pacificazione, non ne hai mai capito assolutamente niente.

Arrivarci camminando alla fine della giornata, può comportare la risoluzione di mille infauste problematiche, anche fisiche e non solo mentali. No, non sto esagerando. Per me questo picco piramidale, mi induce alla calma, mi risolve emicranie, mi spinge a vivere al meglio il giorno seguente.

Chi come me, apprezza questo piccolo monte, capirà.

Invito quindi chi non sa, a provare la salita alla piccola chiesa, nascosta nell’anfratto della roccia, a percorrere nel buio, lo scivoloso corridoio che porta allo scarno altare…e dopo aver respirato l’umido odore di vetuste candele, indietreggiare e proseguire in silenzio, verso la cima, dove una semplice croce di ferro, centra uno spazio infinito, senza orizzonti …

E non c’è dio, se non lo vuoi cercare, ma solo te stesso e la tua anima.  

A PIEDI DALLA GUINZA IN POCO PIU’ DI UN’ORA