Tempeste autunnali.

Tempeste autunnali.

PRATI a NOVEMBRE

Il telefono squilla. Mi scapicollo per rispondere.

>...qui è il sindaco, ti avvertiamo che pioverà a dismisura e il vento sarà così forte....ecc...>

Non è il caso di mettersi in viaggio, non è il caso di andare per boschi, di rifugiarsi sotto gli alberi, di guadare, insospettabili e potenzialmente letali, torrenti...

E' il caso di stare in casa, al coperto e al calduccio...lavori permettendo.

Gli animali vanno comunque nutriti, sebbene tutta la mandria sia tutt'ora al pascolo a mangiare erba. Il piccolo vitellino nato sabato notte (l'ultimo nato di questo 2018), va tenuto ancora qualche giorno sotto controllo. Un occhio alla mamma e poi anche loro insieme agli altri, nel pascolo grande.

Un'aria gialla e pesante, ti incombe sulla testa...il vento invece, oggi, te la stacca la testa.

I cavalli e le vacche si insinuano nel bosco basso,  al riparo da questo tumulto. Non c'è acqua o freddo o neve che sia così insopportabile e fastidiosa per loro, quanto lo è il vento.

Il turbinio delle foglie,  i rami caduti, lamiere divelte del portaballone, plastiche sconosciute aggrovigliate agli arbusti sulla sponda della strada. Acqua melmosa e detriti  ingorgano le fossette, tutto ribolle e gorgheggia. Frastuono, fischi e rimbombi...acqua a secchiate e inutili ombrelli. Cerate pesanti, fradice ...

E poi, come per magia, tutto si placa. Il colore del cielo riprende le sue normali sembianze, l'acqua cade fina e leggera, quasi vaporizzata. Come fumo, la nube sfilacciata si intralcia soffusa ai fili d'erba ed è chiaro che anche questa volta, l'abbiamo scampata.

Come piccoli gnomi dall'enorme cappello, sul prato indenni, file di "paiciole"(mazze di tamburo, bubbole o puppole...) hanno resistito alla bufera...

Lo sapete? Quest'anno ne abbiamo trovate a migliaia...ne abbiamo mangiate ogni giorno...Siamo stati i "pusher" di paiciole, per un sacco di gente, giù in paese.

Ogni radura era piena di questi funghi: affascinanti, slanciati...un pò rugosi. A decine, fra gli spini, in mezzo al falasco, fra gli aghi di abete, sotto tronchi marciti...

Non ne posso più. Non mi chiedete se mi piacciono...nè se li faccio arrosto col prezzemolo o se invece uso il rosmarino...se li faccio fritti col  pangrattato...Vi potrei aggredire, come intossicata, prendervi a male parole.

...non ne posso più. Forse li odio.

(Però il collage... è carino. )